L’intervento di Massimo Tedeschi sulla Rivista di Bergamo per “Presente inquieto”
Riportiamo integralmente l’intervento di Massimo Tedeschi, presidente dell’Associazione Artisti Bresciani, per la Rivista di Bergamo in occasione di un omaggio alla mostra “Presente inquieto. Artisti di Bergamo e Brescia nella contemporaneità”.
La mostra “Presente inquieto. Artisti di Bergamo e Brescia nella contemporaneità” è rientrata fin dal primo momento fra i cento progetti finanziati da Fondazione Cariplo per l’anno che ha visto Brescia e Bergamo accomunate nel ruolo di Capitale italiana della Cultura, ed è stata una delle poche iniziative che hanno effettivamente coinvolto entrambe le città in maniera organica, pensata, programmata. Di questo, come co-organizzatori, siamo particolarmente orgogliosi, perché in questo modo pensiamo di aver scritto un capitolo importante nel grande palinsesto dell’anno della cultura.
Fin dall’apertura del Bando Cariplo, come Associazione Artisti Bresciani abbiamo pensato che toccasse a una realtà come la nostra individuare una presenza “gemella” a Bergamo e attraverso una mostra, e un adeguato catalogo, fare il punto sulle traiettorie della produzione artistica delle due province, effettuando raffronti liberi da campanilismi, aperti alla sorpresa. AAB è un’Associazione che dal maggio del 1945 costituisce una presenza viva nel panorama culturale bresciano attraverso l’organizzazione di mostre, di corsi d’arte, di dibattiti culturali.
L’incontro con “La Scuola di Bergamo. Associazione Culturale Allievi e Sostenitori dell’Accademia Carrara di Belle Arti”, presieduta dall’amico GianMaria Labaa, è stata un fatto spontaneo, immediato, naturale. Insieme abbiamo convenuto che, sotto il titolo “Presente inquieto”, potesse riconoscersi larga parte della produzione degli artisti delle due province, pervasa com’è da una forte adesione alle inquietudini della modernità e dalla capacità di dare ad esse forma artistica. Abbiamo altresì pensato, congiuntamente, che non valesse la pena inseguire artisti originari delle due province che hanno svolto gran parte della loro attività lontano da casa, spesso con rilevanti riconoscimenti sul proscenio internazionale: assai più interessante, in questa circostanza, individuare alcuni degli artisti che hanno calcato la scena locale alimentandosi del “genuis loci” e facendolo evolvere verso soluzioni nuove, spesso sorprendenti. Al tempo stesso abbiamo condiviso la decisione che fosse preferibile proporre artisti con un curriculum significativo alle spalle, con consolidati riscontri di critica: artisti maturi, insomma, e talvolta anche dei veri e propri decani della scena artistica delle due città.
AAB non è nuova a mostre collettive di ampio respiro, ad antologiche con propositi ambiziosi e periodizzanti, che puntano su una scelta mirata e selettiva degli artisti esposti, ma “Presente inquieto” ci ha dato particolari soddisfazioni per almeno tre scelte che si sono rivelate appropriate. Anzitutto la decisione di affidarci a una rosa ristretta di critici – Giovanna Galli e Fausto Lorenzi per Brescia, Stefania Burnelli e Fernando Noris per Bergamo – che in autonomia, ma non in solitudine, hanno svolto serrati confronti fra loro, hanno incontrato uno ad uno gli artisti, hanno dialogato con le nostre associazioni giungendo a scelte di grande suggestione espositiva, di forte coerenza critica.
Altrettanto valida si è rivelata la decisione di non andare alla ricerca forzata di scuole o stili, ma di procedere alla libera esplorazione della produzione artistica nelle due province: ciò ha fatto emergere affinità e discontinuità, coerenze stilistiche fra alcuni artisti e incursioni solitarie di altri, premiando sempre una forte abilità tecnica, un’attitudine radicata al lavoro di bottega, una propensione al “mestiere” capace di esprimere linguaggi innovativi e contemporanei.
Infine si è rivelata importante la scelta dei siti espositivi, in particolare per Brescia. Se infatti aBergamo “Presente inquieto” ha trovato casa nella ex chiesa della Maddalena, confermandone la vocazione espositiva e creando effetti affascinanti nel dialogo fra contenuto e contenitore, fra arte contemporanea e affreschi antichi, a Brescia la mostra è coincisa con la riapertura della ex Cavallerizza: uno spazio che dopo essere stato utilizzato appunto come Cavallerizza fino ai primi anni Sessanta, e come sala civica negli anni Settanta, aveva conosciuto l’impiego come sala studio prima di sprofondare in una prolungata chiusura. Il recupero funzionale effettuato dal Comune, corredato da alcuni restauri tuttora in corso su lacerti di affreschi sopravvissuti nella zona absidale, e al tempo stesso l’acquisto di pannellature auto-reggenti e auto-illuminanti per le quali è stato accolto il consiglio dell’AAB, ha consentito di realizzare una mostra di grande impatto. L’intervento dei giovani architetti di DVArea, guidati da Alessandra Romanelli, ha conferito all’allestimento bresciano quello che AAB desiderava: soluzioni sobrie, misurate, non inutilmente costose e vanamente spettacolari, a vantaggio della massima leggibilità dei percorsi e delle opere, delle affinità e dei contrasti che le legavano.
Il catalogo così bello e funzionale edito da Grafica e Arte assicura poi ala mostra, e ai suoi preziosi apparati critici, un’eco che supera i due mesi di apertura avvenuti prima a Brescia e poi a Bergamo. Il successo di critica e di pubblico che la mostra ha incontrato nella nostra città, la felicità degli artisti che ne hanno fatto parte, il convinto sostegno del direttivo dell’Associazione e di tanta parte di Brescia hanno ripagato l’Associazione – che si basa su un gruppo di lavoro ristretto, formato da volontari – delle tante fatiche affrontate negli ultimi mesi.
Osiamo sperare che la soluzione espositiva abbia convinto il Comune di Brescia sull’utilità di trasformare la ex Cavallerizza in una Kunsthalle che finora in città manca, e siamo convinti che l’esperienza di collaborazione con un’associazione-gemella, come pure la migliore conoscenza della scena artistica bergamasca, abbiano fatto e faranno un gran bene all’AAB e a tutto il sistema artistico bresciano.