Presente inquieto. Artisti di Bergamo e Brescia nella contemporaneità
“Presente inquieto. Artisti di Bergamo e Brescia nella contemporaneità” è il titolo della mostra di artisti bresciani e bergamaschi viventi promossa dall’Associazione Artisti Bresciani e da Scuola di Bergamo, Associazione Culturale Allievi e Sostenitori dell’Accademia Carrara di Belle Arti.
La mostra è allestita a Brescia dal 9 settembre all’8 ottobre 2023 nella sala della ex Cavallerizza in via Cairoli, 9 e a Bergamo dal 14 ottobre al 12 novembre 2023 nella ex chiesa della Maddalena, in via Sant’Alessandro. A Brescia la mostra sarà visitabile tutti i giorni dal martedì alla domenica, dalle 16 alle 19.30.
I quattro curatori, Giovanna Galli e Fausto Lorenzi per Brescia, Stefania Burnelli e Fernando Noris per Bergamo, hanno selezionato un numero prefissato di artisti (25 per ogni provincia) e attraverso un centinaio di opere hanno composto una panoramica affascinante e suggestiva dei percorsi che l’arte contemporanea ha scritto e scrive nelle due provincie contigue.
Gli artisti scelti per Brescia sono: Pietro Almeoni, Giuseppe Bergomi, Giorgio Bertelli, Beppe Bonetti, Tullio Cattaneo, Bonomo Faita, Raffaella Formenti, Giuseppe Gallizioli, Antonella Gandini, Armida Gandini, Fausto Gilberti, Giusi Lazzari, Marco Manzella, Iros Marpicati, Felice Martinelli, Elena Monzo, Giulio Mottinelli, Luigi Paracchini, Paolo Petrò, Giuseppe Rivadossi, Camilla Rossi, Fausto Salvi, Livio Scarpella, Enrico Schinetti, Margherita Serra.
Quelli per Bergamo sono: Viveka Assembergs, Luisa Balicco, Sergio Battarola, Cesare Benaglia, Mario Benedetti, Franco Bianchetti, Elio Bianco, Giovanna Bolognini, Maurizio Bonfanti, Silva Cavalli Felci, Italo Chiodi, Paolo Facchinetti, FerrarioFréres, Nicoletta Freti, Marco Grimaldi, Calisto Gritti, Clara Luiselli, Francesco Primbelli, Francesco Pedrini, Valentina Persico, Alfa Pietta, Carlo Previtali, Ugo Riva, Augusto Sciacca, Bruno Visinoni.
Nella mostra – spiegano i curatori bresciani – “si parla di valori d’uso, di sintonie di cultura e di gusto, di relazioni costanti nell’ambiente urbano, nel sistema dell’arte locale, nel pubblico, nella formazione di allievi, nei materiali e nelle tecniche di una tradizione locale possente di artigianato e industria, dal legno alla pietra al metallo. E dell’ineludibile presenza dell’antico, del reperto e del museo, perché certi elementi del passato portano sempre con sé una assoluta e ideale modernità”.
Nel lavoro degli artisti scelti – sottolineano a loro volta i curatori bergamaschi – vive “il concetto della intrinseca artigianalità dell’arte, della sua materialità: di sporcarsi le mani, di ingaggiare un corpo a corpo con la creta, il bronzo, i marmi, di toccare dal vivo chimica e fisica dei colori, dei supporti, delle carte speciali, della resistenza elastica e meccanica delle tensioni di installazioni, la poesia di matite e pastelli di diverso spessore e grassezza, gli umori degli addensanti, dei diluenti, degli acidi, delle nuove tecnologie in grado di orientare rinnovate vedute, visioni, espansioni sensoriali”.