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Presentazione del libro “80 canzoni popolari e dialettali”

Associazione Artisti Bresciani
Francesco Braghini
Brescia, Vicolo delle Stelle 4

Venerdì 25 ottobre 2013 alle ore 18

nel salone del Romanino

presso l’Associazione Artisti Bresciani in vicolo delle Stelle 4

verrà presentato il libro

 

80 canzoni popolari e dialettali.

Testi e musiche

di Francesco Braghini

Interviene:

Orietta Danieli, redazione di Brescia musica

Introduce e coordina:

Dino Santina, presidente dell’AAB

Sarà presente l’autore.

Francesco Braghini

Classe 1931, bresciano, Francesco Braghini trascorre i primi anni della sua vita alle “Congreghe”, case popolari nel quartiere Mazzucchelli, proprio dietro porta Milano.

È una famiglia numerosa la sua, sono in 12 fratelli e il padre, impiegato alle poste, fa fatica ad assicurare a tutti pranzo e cena.

A 16 anni è apprendista alla Breda, ma trova il tempo per prepararsi da privatista agli esami di maestro elementare e, mentre insegna, continua a studiare e si laurea in Pedagogia.

L’amore per la musica gli viene durante la guerra quando a casa sua arriva la radio. Ma a Braghini non basta ascoltare la musica, lui vuole imparare a suonarla; a insegnargli i primi accordi con la chitarra è un vicino di casa, in piazza del Foro, in centro città; è Tullio Romano, che conoscerà la gloria componendo, più tardi, canzoni di grande successo (“Angelita” e “Sei diventata nera”, solo per citarne alcune, chi ha i capelli grigi le ricorda sicuramente).

Francesco è anche capo scout e la chitarra diventa uno strumento per fare squadra, per animare e per trasmettere lo spirito di sir Robert Baden Powell ai “lupetti”.

Verso la fine degli anni ’50, Braghini incomincia a comporre; canta gli amori romantici dei giovani e la nostalgia dell’amata che è lontana.

Il suo esordio come cantautore dialettale avviene negli anni ’60. A Milano – si domanda – cantano e si identificano in “O mia bela madunina” e a Brescia ? Nasce così “Brèssa me bela città”.

I bresciani di casa nostra, ma anche quelli emigrati all’estero decretano il successo di questa composizione canora che diventa un po’ l’inno ufficioso della leonessa. Braghini non si ferma, compone canzoni impegnate, affronta tematiche sociali.

È professore alle medie Mompiani, nel cuore del Carmine; lui, cattolico, stravede per il comunista Tita Rizzo, preside innovatore, una vita dedicata ai ragazzi del quartiere allora più problematico della città. Va a insegnare anche in carcere. Queste esperienze di vita gli ispirano canzoni come “Na’ serenada”.

Arrivato a 80 anni, Francesco Braghini ha raccolto le sue canzoni, le sue parole, le sue musiche. Le ha suonate e cantate innumerevoli volte nelle feste, nelle case di riposo, negli oratori. Ora sono lì, ordinate, stampate, una testimonianza per chi vuole conoscere l’anima di Brescia un po’ più a fondo.